Alessio Tarzia ricorda il bisnonno Luigi ” Tarzan “

Le iniziative per le scuole della Sezione ANPI Lovere danno i loro frutti

Il partigiano Tarzan

 

Oggi vorrei parlarvi di una persona per me molto importante. Di lui ho alcuni ricordi di quando ero piccolo.

Mi ricordo che quando tornavo a casa dall’asilo si nascondeva dietro al letto e sopra ci lasciava una caramellina. Il mio bisnonno Luigi Tarzia era una persona speciale, era soprannominato Tarzan, è stato un partigiano; finita la guerra ha passato gran parte del suo tempo a raccontare anche agli studenti delle scuole la sua esperienza nella Brigata 13 Martiri.

I 13 Martiri erano un gruppo di 13 ragazzi che insieme cercarono di fermare il nazifascismo; furono fucilati, erano tutti molto giovani, avevano un grande sogno, quello di dare all’Italia la libertà. A loro e al loro sacrificio è stata intitolata la piazza principale di Lovere, piazza 13 MARTIRI.

Sono passati settantanove anni da quando furono giustiziati i tredici ragazzi, il 22 Dicembre 1943; essi lasciarono le proprie case e il proprio lavoro per andare a lottare contro il nazifascismo.

Sei erano di Lovere, uno era slavo: tutti furono catturati nella stessa mattina del rastrellamento; tre furono presi nel posto di guardia in Val Supine, dove ora c’è un noto ristorante.

Gli altri sei, invece, provenivano da Grumello del Monte e appartenevano al gruppo del Tenente Locardi, che alla fine di novembre si era unito alle forze del comandante Giovanni Brasi.

I primi vennero fucilati in Poltragno, sulla strada per Sellere: furono sette a cadere sotto la scarica dei fucili; gli altri sei furono giustiziati a Lovere, nel cortile del magazzino di una fabbrica, dove oggi si trova la caserma dei Carabinieri.

Il mio bisnonno si salvò per un soffio! Sfuggì al rastrellamento operato dai fascisti come risposta a cinque azioni dimostrative compiute alla fine di novembre, dove morirono Giuseppe Cortesi (segretario politico del fascio) e Paolo Rosa (podestà di Lovere).

I suoi giorni più felici penso siano stati quelli passati con noi bambini. Mi ricordo che giocavamo sempre a saltare sul letto con il mio cane (pure lui ora non c’è più), giocavamo a scacchi assieme e mi faceva sempre vincere apposta.

Ma poi quel giorno arrivò, il giorno in cui ci lasciò, non riuscivo ad accettarlo quindi da quel giorno in poi quando passo davanti al cimitero lo saluto sempre.

A me è andata anche bene perchè l’ho visto e sono stato in sua compagnia per 3 anni e mezzo, mentre mia sorella poco più di un mese.

 

Foto della  famiglia Tarzia

Mio nonno Gianfranco Tarzia ricorda con affetto e con commozione la figura di suo papà Tarzan.

Chi è stato Luigi Tarzia per te?

Per me è stato un insegnante, grazie a lui sono diventato quello che sono ora.

Che papà è stato?

Per me è stato un papà coraggioso e forte, perché è riuscito a mandare avanti e sostenere tutta la famiglia.                                                                                                       

Dopo la fine della guerra cosa faceva?

Finita la guerra ha lavorato allo stabilimento siderurgico del paese e l’unico hobby che aveva era cacciare.

Per lui era importante parlare con gli studenti?

Era molto importante avere un contatto con i giovani, per far conoscere alle nuove generazioni i valori della Resistenza.

In un’intervista qualche anno fa a L’Eco di Bergamo Luigi Tarzia disse: “Oggi c’è libertà e democrazia, sono cose preziose e non scontate. Abbiamo combattuto per questo. Tantissimi hanno dato la vita per ottenerle. Adesso tocca alle giovani generazioni non dimenticare e lottare per una società migliore di questa”.

Come se la vita fosse una corsa ad ostacoli, il testimone ce lo ha passato Tarzan e i ragazzi come lui. Ora tocca a noi continuare a “correre” per la libertà.

 

Foto dal web – Luigi Tarzia con Giovanni Brasi “Montagna”

Alessio Tarzia

con la collaborazione di Niccolò Valenti

 

….. complimenti ad Alessio, questo articolo contribuisce a dare continuità all’azione dell’ANPI e giova soprattutto a lui e ai ragazzi come lui che avendo l’opportunità di conoscere il nostro passato meglio interpreteranno il loro futuro.

Gli uomini come “Tarzan” hanno scelto di intraprendere l’esperienza partigiana non per loro ma per garantire a chi sarebbe venuto dopo Libertà e Democrazia di cui Alessio e i suoi compagni sono destinatari. Alessio ha raccolto il messaggio e continua la tradizione. Grazie e buon futuro.

ANPI LOVERE