GIOVANNI BRASI COMANDANTE “MONTAGNA”
(12 ottobre 1901 – 23 marzo 1974)
Giovanni Brasi entrò alla Gregorini nel 1913 in qualità di apprendista. Aderì alla sezione giovanile socialista loverese, partecipò alle lotte operaie del “biennio rosso” e nel primo dopoguerra venne licenziato.
Dentro il PSI (Partito Socialista Italiano) Brasi si schierò con la corrente massimalista Serratiana e poi passò al PCdI (Partito Comunista d’Italia).
Dopo l’ascesa del fascismo dovette emigrare in Francia. Rientrato a Lovere qualche anno più tardi, esercitò la professione di fotografo che svolse con impegno e passione A lui, infatti, si devono le numerose fotografie partigiane della 53a Brigata Garibaldi, tra le più importanti testimonianze visive della lotta parigiana bergamsca.
Attorno a lui, nella seconda metà degli anni ‘ 30, si ricostituì la rete clandestina comunista. Nel luglio 1943 Brasi fu arrestato con l’imputazione di aver ricostituito l’organizzazione sindacale all’Ilva.
Nel periodo badogliano fece parte, come delegato comunista, del “Comitato di pacificazione cittadina”.
Subito dopo l’8 settembre 1943 Brasi organizzò sui monti soprastanti Lovere un gruppo di partigiani, poi trasformatosi nella 53^ Brigata Garibaldi “Tredici Martiri” di Lovere, della quale assunse il comando col nome di battaglia di “Montagna”.
Dopo la Liberazione, Brasi svolse la professione di fotografo e per un breve periodo (dal 2 febbraio al 26 ottobre 1946) ricoprì la carica di Sindaco di Lovere.
La vita di Giovanni Brasi è un insegnamento per noi tutti.
Mentre lo ricordiamo, in noi c’è il disagio di chi non sempre ha saputo apprendere e cogliere il valore ed il significato della sua lotta e della sua testimonianza di vita per la Libertà e la Pace, una vita critica verso il potere che non fosse rispettoso delle differenze e svolto con giustizia.
La biografia di Giovanni Brasi si può leggere in questo libro:
Milesi Grazi, La coerenza di un sognatore, Giovani Brasi, una vita attraverso il Novecento, 2021